53° Conte of Florence Italian Open


Dal 2 al 5 maggio del 1996, sul percorso del Golf Club Bergamo, si disputò il 53° Conte of Florence Italian Open, prova dell'European Tour.

Il nostro Circolo presentò la sua autorevole candidatura con grande anticipo, già nel momento in cui sui green delle Rovedine si stavano decidendo le sorti della 52° edizione dell'Open, proponendosi altresì parte attiva nella ricerca degli Sponsor (beneficiando, in questa attività, della preziosa collaborazione della Società Promomax di Mario Pinzi e George O'Grady).

Come nacque l'idea di ospitare questa importante competizione? In primo luogo per festeggiare il trentacinquesimo anniversario del Club (venne infatti inaugurato nel 1961), significativo traguardo raggiunto con grande passione. Quindi per provare la valenza tecnica del percorso (già sede di diverse gare internazionali, tra le quali l'Open Radici) con una prova della massima espressione del Golf Continentale, l'European Tour. Ma, soprattutto, per rendere omaggio al suo figlio più illustre, Costantino Rocca, da alcuni anni protagonista del Golf Mondiale e divenuto personaggio conosciuto ed apprezzato in ogni angolo del Pianeta.

La Federazione Italiana Golf accolse con piacere la richiesta del Golf Club Bergamo e ne decise l'assegnazione di questo prestigioso compito, anche come segno di riconoscenza per i risultati conseguiti da Costantino Rocca e per quanto questo grande campione stava facendo per il Golf Italiano

Vediamo come andò a finire, sfogliando con emozione e nostalgia le pagine di un romanzo che narra una storia davvero unica, indimenticabile, che vale la pena conoscere.


Brevi cenni storici relativi all'Open d'Italia

E' uno degli Open più antichi d'Europa, avendo disputato la prima edizione nel lontano 1925 a Stresa, con vincitore Francesco Pasquali con 154 colpi. Bisognò attendere sino al 1948 per applaudire la vittoria di un altro atleta italiano, il grande Aldo Casera, allievo tra l'altro di Pasquali. Quindi, nel 1950 e 1954 i due trionfi dell'indimenticato "mister" Ugo Grappasonni.

Dal 1961 al 1970 l'Open subì una lunga interruzione. Quindi, a partire dal 1971 e sino ad arrivare ai giorni nostri, solo tre volte gli atleti italiani hanno saputo conquistare questo ambito titolo: Baldovino Dassù a Is Molas nel 1976, Massimo Mannelli a Roma nel 1980 e Francesco Molinari a Tolcinasco nel 2006.


Dati e curiosità inerenti il 53° Italian Open

Gli Sponsor: Title Sponsor fu l'azienda toscana di abbigliamento Conte of Florence; Main Sponsor Banca Popolare di Bergamo e Tappetificio Pietro Radici. Quindi Centrobanca, Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane, Levissima, Nissan Italia, Osama, Peroni e Philco. La Pro Am del 1 maggio fu sponsorizzata dalla Società Italcementi.

Il montepremi: fu di 1.200.000.000 di Lire, con una prima moneta di 200.000.000 e premi sino al 65° classificato. Furono inoltre previsti ulteriori riconoscimenti per il miglior score dopo i primi due giri, il migliore score del terzo giro e l'eventuale hole in one alla buca 15 (la 6 del percorso blu). Per quanto riguarda la Pro-Am Italcementi, il montepremi fu di 13.000.000 di Lire, da distribuire tra i migliori otto Professionisti classificati e le prime due squadre.

Il percorso: per l’esigenza di accrescere la difficoltà delle buche conclusive e favorire (oltre alle riprese televisive) una maggiore presenza del pubblico attraverso una più idonea disposizione delle tribune accanto ai green sui quali sarebbero stati presumibilmente giocati i colpi decisivi, venne decisa l'inversione dei due percorsi tradizionali. Le prime 9 buche giocate furono quindi quelle Gialle, seguite dalle Blu.

Inoltre, al fine di allontanare il tee di partenza dal rumore del campo pratica ed accrescere ulteriormente lo spazio destinato al pubblico, venne definita la variazione della lunghezza della buca 1 Blu (trasformandola da Par 5 a Par 4), con la conseguente riduzione del Par del campo da 72 a 71 colpi.

Infine, per accrescere la difficoltà del gioco rendendolo ancor più stimolante, i fairways furono appositamente ridisegnati e l’altezza del rough venne significativamente aumentata.

I servizi: fu prevista una notevole affluenza di pubblico, stimolata dalla presenza di grandi campioni, tra i quali ovviamente Costantino Rocca, e favorita dalla decisione del Circolo di offrire l'ingresso gratuito; tuttavia, le strutture ricettive dell'Albenza erano pronte a riceverlo nel migliore dei modi.

Per l'occasione furono creati vasti parcheggi esterni, custoditi, e l'ingresso del Circolo fu arretrato di un centinaio di metri. Il vialetto di accesso che attraversa il percorso di gara venne reso accessibile solo a piedi, per evitare intralcio e disturbo durante il gioco. All'entrata del Club, sulla destra, venne posizionato il villaggio commerciale, particolarmente accogliente ed attrezzato, che rappresentò per il pubblico e gli addetti ai lavori un importante punto di riferimento durante l'intera durata della manifestazione.

Anche la città di Bergamo venne coinvolta in questo progetto, attraverso l'organizzazione di un concorso, a tema ovviamente golfistico, ideato dalla nota rivista Golf & Turismo, che interessò un rilevante numero di vetrine dei negozi. Questa iniziativa, certamente lodevole, consentì di portare realmente il Golf in città, tra le persone, in mezzo alla gente.


I protagonisti

Parteciparono 156 concorrenti, tra i quali 27 giocatori italiani (20 Professionisti e 7 Amateur selezionati dalla Federazione, con in testa il quattordicenne Roberto Paolillo, il più giovane Dilettante della storia dell'Open sino al allora, neo vincitore degli Internazionali d’Italia, al quale Costantino regalò la sacca utilizzata in occasione della Ryder Cup). Tra gli altri ricordiamo Silvio Grappasonni (l'allora numero due d'Italia), Emanuele Bolognesi, Emanuele Canonica, Alberto Binaghi e Massimo Florioli (l'anno precedente vincitore di una gara del Challenge Tour, l’Open della Costa d’Avorio).

Tra gli stranieri (alcuni dei quali invitati personalmente da Costantino) da evidenziare la presenza del simpatico Sam Torrance (grande amico di Costantino, già vincitore all’Albenza nel 1972 del suo primo torneo da Professionista), Howard Clark e Mark James, protagonisti della Ryder Cup disputata l’anno precedente; quindi Eduardo Romero, Barry Lane, Gordon Sherry, Josè Rivero, Greg Turner, David Gilford, Wayne Riley, Richard Boxall, Ronan Rafferty e Miguel Angel Jimenez. Furono purtroppo assenti Josè Maria Olazabal (a causa di un infortunio ad un piede) e Severiano Ballesteros, che attraversava un momento di forma non eccelsa. Non parteciparono neppure Ian Woosnam (in quel momento leader dell’Ordine di Merito), Colin Montgomerie, Nick Faldo e Bernhard Langer, a causa di richieste economiche ritenute eccessive (si decise infatti di non offrire alcun ingaggio ai concorrenti, destinando l'intero ammontare delle sponsorizzazioni al montepremi, il cui importo risultò così essere di particolare rilievo).

Il cast dei protagonisti fu comunque di primo livello, con 10 ex vincitori dell’Open d'Italia e 18 dei primi 25 golfisti dell’Ordine di Merito, provenienti da 17 nazioni. Per una volta, lasciati a casa alcuni dei nomi più noti, ci si concentrò sui giovani che si preparavano a diventare le star del secolo successivo.


L'attore più atteso, Costantino Rocca

Il 53° Conte of Florence Italian Open nacque come l'Open di Costantino Rocca, pensato e fortemente voluto (dal Circolo e dalla Federazione) per rendere omaggio a questo grande campione, ai suoi eccellenti risultati ed all'importante contributo offerto al Golf italiano.

Ma chi è veramente Costantino Rocca? Scopriamolo riavvolgendo il nastro di una storia, una favola, la favola di Costantino ("Tino" per gli amici), un bravissimo giocatore ed un grande uomo.

Tutto nacque ad Almenno San Bartolomeo, un piccolo paese appeso a quelle terre prealpine ove finisce la pianura e inizia la montagna. Costantino racconta che, come tanti coetanei, "correvo al Golf per guadagnare qualche Lira come caddie". E la sera, dopo la chiusura del Circolo, o il lunedì, "noi portabastoni davamo vita a sfide interminabili. Di tutto questo ho un ricordo bellissimo. Sono arrivato al Golf con un buon approccio”. Un approccio molto lungo, a dire il vero. Costantino, infatti, dai 15 ai 23 anni, ha lavorato come operaio presso una ditta di polistirolo espanso. La domenica mattina si divertiva a giocare a calcio, come attaccante, nella squadra del paese; il pomeriggio, poi, lo trascorreva all’Albenza, a rubare qualche segreto ai giocatori più bravi e ad accrescere, giorno dopo giorno, la passione per questo Sport. “Per me l’Albenza è uno dei campi più belli al Mondo. Mi diverto molto a giocarvi, sempre, solo o con gli amici”.

Costantino, nonostante il successo, è rimasto il ragazzo buono ed amato da tutti, molto legato alla famiglia (alla moglie Antonella ed ai figli Chiara e Francesco) ed al suo paese. Basta osservarlo a spasso tra le vie di Almenno, tra la sua gente, per capire al volo che la fama ed i guadagni non hanno cambiato questo ragazzone, ironico e simpatico.

Quest’anno, all’Albenza, la gente potrà seguirlo da vicino: “sono molto felice di giocare l’Open a casa mia. Mi aspetto un pubblico numeroso, pronto a spingermi magari sino alla vittoria. Non mi da fastidio, perché ho imparato a concentrarmi sul percorso, sulle buche, sulla pallina. Al termine del giro, però, amo tuffarmi tra la gente, ricevere il suo abbraccio”.

La sua carriera è in piena crescita, grazie ad una politica dei piccoli passi, dei mattoncini messi sapientemente al loro posto poco alla volta. “Dopo il British Open, mi sono convinto di poter competere per la vittoria in un Major. E vorrei entrare nei primi dieci dell’Ordine di Merito Mondiale. Ho bisogno di avere dei traguardi per i quali lavorare, duramente, giorno dopo giorno”.

La sua prima vittoria da Professionista avvenne nel 1984, al Campionato Nazionale Omnium disputato sul percorso del Golf Club Is Molas. Lì ebbe inizio una prestigiosa carriera che, probabilmente, raggiunse il suo apice nel 1995, con la meravigliosa vittoria in Ryder Cup (nella quale realizzò una "Hole in One" - buca in uno) e l'indimenticabile playoff con John Daly al British Open. Risultati che resero Costantino un personaggio noto ed apprezzato in tutto il Mondo, meritevole della designazione da parte del Comitato Olimpico Internazionale a rappresentante dello Sport italiano ai Giochi di Atlanta, accanto ad Alberto Tomba.

La bellezza di questa storia, quasi una novella, è che il personaggio ha mantenuto la sua antica semplicità, regalando al suo splendido Golf una gestualità ben poco regale e come tale assolutamente vicina a tutti noi. E’ sufficiente osservare le foto che la Federazione ha scelto per pubblicizzare il 53° Open d'Italia: c’è un Rocca che gioisce con piacevole scompostezza, ben poco in linea con la perfezione del Golf.

Ma Costantino è proprio questo, istintivo e gaudente, assolutamente non costruito, timido ed esplosivo al tempo stesso. In sintesi, un imperfetto che piace per le sue imperfezioni.

Costantino Rocca è un signore, è nato così. Ed è un piacere, un onore, che a rappresentare l’Italia dello Sport in giro per il Mondo vada questo bergamasco che, seppur noto ovunque, conserva inalterati i suoni e la forza della sua terra, alla quale è strettamente legato. Un uomo che pur parlando benissimo l’inglese, mantiene la voce franca e severa del giovane industriale che, con fantasia e sacrificio, ha saputo emergere. Un uomo che, in ogni occasione, si veste e si muove con proprietà, sa dire e sa tacere, ascoltare. Un vero gentiluomo, che non dimentica mai i preziosi consigli ed insegnamenti avuti dalla famiglia, dai suoi genitori.

Un simpatico aneddoto, legato ai primi anni della sua carriera, ai primi importanti risultati: per eliminare la tensione, che lo colpiva soprattutto sul green, scoprì un piacevole passatempo, la pesca. Vi andava sempre più spesso, appena poteva, ma non per prendere tanti pesci, bensì per rilassare i nervi, il suo vero obiettivo.

Costantino è un uomo di stile severo, quasi britannico, che vive con dignità questa sua avventura, che si è costruito con fatica e sacrificio giorno dopo giorno, con le sue stesse mani. Quelle mani che, ora, stringono forte il grip, pronte a sfidare in giro per il Mondo i campioni più noti ed affermati, ai quali si rivolge con la sua innata simpatia e modestia, ancora incredulo di poter stare loro accanto.

Gli occhi degli appassionati saranno tutti per lui, per questo grande campione che per ben 7 volte ha difeso i colori dell'Italia nella World Cup, con la speranza che possa finalmente vincere la competizione più importante che si disputa nel nostro Paese. Sarà l'Open di Costantino Rocca? Riuscirà a trionfare nella gara che si gioca nel "giardino di casa sua", sui fairway e sui green dei quali conosce ogni filo d'erba? Scopriamolo poco a poco...


La gara

Canon Shoot Out

Ad aprire la settimana fu, martedì 30 aprile, il Canon Shoot Out, divertente gara ad eliminazione inaugurata l'anno precedente e che nel 1996 prevedeva otto prove ed una finale a Cran-sur-Sierre.

La vittoria sorrise alla coppia costituita da Barry Lane e Andrew Coltart, abili a sconfiggere all’ultima buca David Feherty e Sam Torrance. Gli italiani Costantino Rocca e Silvano Locatelli uscirono di scena alla quindicesima buca, nonostante uno spettacolare birdie da otto metri di Costantino.

La Pro Am Italcementi

Venne giocata mercoledì 1 maggio. Vi parteciparono 44 squadre, capitanate dai migliori Professionisti iscritti all’Open, affiancati da moltissimi nomi noti dello Sport e dell’imprenditoria.

A causa del maltempo, purtroppo, solo 22 team riuscirono a completare il giro convenzionale di 18 buche; pertanto, in accordo con lo Sponsor e la P.G.A.E.T., furono stilate tre diverse classifiche: la prima relativa ai team che conclusero regolarmente le 18 buche, le altre due a coloro che ne giocarono solo 9, partendo dalla buca 1 e dalla 10.

Nella classifica individuale sulle 18 buche si classificò al primo posto Costantino Rocca con 66 colpi. In quella a squadre trionfò il team di Greg Turner, con gli sciatori Piero Gross, Michael Mair e Bruno Gattai. Alle loro spalle si posizionarono Alberto Binaghi, con Angelo Brizziarelli, Renzo Gerosa e P.C. Ricotti e Barry Lane con il Vicepresidente Federale Roberto Livraghi, Maria Luisa Pozzi e Antonio Bozzi. Al 4° posto la squadra di Costantino Rocca con Emilio Zanetti, Presidente del Club, Marco Furbetta, Vicepresidente, e Giampiero Pesenti, Presidente della Società Italcementi.

Per quanto riguarda invece le squadre che disputarono solo 9 buche, da segnalare la vittoria di Eduardo Romero (con Luca Bolla, Robert Berger e Marcello Costi), partito dalla buca 1, e di Massimo Florioli (con Aldo Valtellina, Giuseppe Ruggieri e Mario Benazzi), tra coloro che iniziarono dalla buca 10.

Giovedì 2 maggio 1996 - il 1° giro

Fu il maltempo, purtroppo, il principale protagonista della prima giornata di gara. Cielo grigio ed una sottile ed insistente pioggerellina accompagnarono i concorrenti sin dalla mattina, tra i quali Costantino Rocca partito alle 7.50. Furono meno fortunati i giocatori del pomeriggio, poiché la pioggia si trasformò in un vero diluvio, tale da imporre la sospensione del gioco ed il rinvio al giorno successivo (quando i restanti concorrenti, con partenza Shot Gun - in contemporanea - alle 7.30, terminarono le prime 18 buche per poi ripartire per un nuovo giro).

Al termine del primo giro si posizionò in testa, con 65 colpi, il britannico Gary Evans, ventisettenne di Rustington con una sola vittoria al suo attivo sino ad allora. Alle sue spalle un terzetto con 66 colpi formato da David Howell, Patrick Sjoland e Costantino Rocca. Quindi, con 67 colpi, Emanuele Bolognesi e Eduardo Romero, seguiti da un gruppo di 9 giocatori che conclusero il giro in 69 colpi. Tra gli altri risultati da segnalare il 70 di Silvano Locatelli e Jim Payne, il 71 di Sam Torrance, il 72 di Silvio Grappasonni e Miguel Angel Jimenez. Roberto Paolillo, il giocatore più giovane dell’Open, terminò il giro con 76 colpi, accanto a Massimo Florioli.

Al rientro in Club House di Costantino si verificò un violento temporale che allagò il campo e costrinse gli organizzatori a sospendere il gioco, rinviando la conclusione del primo giro al giorno successivo.

Costantino giocò molto bene sino alla 13, dove un errore dal tee lo costrinse al bogey. Peccato per la sfortuna, che impedì a due palline di entrare in buca dopo averne accarezzato il bordo.

Un simpatico aneddoto: Sam Torrance, compagno di gioco e grande amico di Rocca, alla buca 6 urlò, in italiano, “Bravo Tino” dopo che Costantino imbucò un putt da circa 15 metri.

Venerdì 3 e sabato 4 maggio 1996 - il 2° giro

Anche il secondo giorno fu caratterizzato dalla pioggia e dal maltempo, che comportarono un’interruzione di quasi 2 ore. Si giocò ad intermittenza, riuscendo a concludere solo le prime 18 buche, mentre il termine del 2° giro (con il relativo taglio) fu rinviato al giorno successivo (Costantino, che aveva ultimato il primo giro il giovedì, il giorno successivo non scese neppure in campo).

Al termine del 2° giro (giocato, finalmente, con il sole) rimasero in gara i migliori 66 giocatori (tra i quali 9 italiani); il taglio fu fissato a 144 colpi – 2 sopra il Par del campo (un risultato piuttosto alto per una competizione di questo livello, certamente influenzato dalla pioggia).

Dopo 36 buche si trovava ancora in testa Evans con 135 colpi, seguito da Rojahn, Howell e Romero a 136. Costantino, con un parziale di giornata di 71 colpi, era in 5° posizione, insieme a Sjoland, Orr, Westwood e Lomas. Proseguiva la rimonta di Sam Torrance, detentore del titolo, che, grazie ad un giro concluso in 69 colpi (dopo il 71 del giorno precedente), si portava in 17° posizione. Tra gli italiani da evidenziare il 12° posto di Alberto Croce (68-71), il 17° di Emanuele Bolognesi (67-73), il 22° di Silvio Grappasonni (72-69) e Alberto Binaghi (68-73). Sempre al 22° posto si trovava Jim Payne (70-71), da seguire con attenzione. Più indietro (36°) Emanuele Canonica (72-70) e Silvano Locatelli (70-72).

Da segnalare, purtroppo, uno spiacevole atto vandalico verificatosi durante la notte tra venerdì e sabato, quando un balordo, presumibilmente armato di una zappa, entrò sul campo e si divertì a danneggiare una decina di green (oltre che a devastare due tende di ristoro e strappare tutta la segnaletica nella zona adiacente il Circolo). Fortunatamente, grazie al tempestivo intervento degli addetti alla manutenzione, si riuscì a riparare il danno, senza conseguenze per il gioco. E’ curioso evidenziare il fatto che un gruppo di residenti, appassionati di Golf, si offrì di sorvegliare il percorso durante la notte successiva per evitare il ripetersi di simili episodi.

Domenica mattina 5 maggio - il 3° giro

Il Direttore del Torneo David Garland decise la disputa del terzo e quarto giro la domenica; pertanto gli atleti disputarono 36 buche, con partenza alle 7.15 (terzo giro) e 12.15 (quarto giro).

Alla conclusione del terzo round raggiunse la testa della classifica Lee Westwood (68-69-65) con 202 colpi, seguito ad un solo colpo da Patrick Sjoland (66-71-66), a due colpi da Miguel Angel Jimenez (72-69-63 – 10 birdie e 1 bogey all’ultima buca, nuovo record del percorso che gli consentì di vincere il Trofeo Sit-In – risultato eguagliato il giorno successivo dal gallese Mark Mouland) e a quattro da Eduardo Romero (67-69-70). Quindi un gruppetto di 6 atleti a 6 colpi dal leader, tra i quali Jim Payne (70-71-67), Barry Lane (69-71-68) e Ronan Rafferty (69-72-67).

Costantino scese in dodicesima posizione (66-71-72), Evans, leader dopo le prime trentasei buche, addirittura in ventiduesima, a causa di un giro concluso in 76 colpi. Tra gli italiani, da evidenziare il 12° posto di Alberto Binaghi, il 17° di Emanuele Bolognesi e Emanuele Canonica. Sam Torrence, con un parziale di 212 colpi (71-69-72), si trovava in 26° posizione, a 10 colpi dal leader, quindi ormai fuori dai giochi per la vittoria finale.

Domenica pomeriggio 5 maggio - il 4° giro

I due ragazzi in testa alla classifica al termine del terzo giro pagarono la loro inesperienza (Westwood, soprattutto, al secondo anno sul Tour), lasciandosi superare nel round conclusivo dall’inglese Jim Payne (“Rookie of the Year nel 1992”, reduce da due anni di quasi totale inattività a causa di un delicato intervento chirurgico alla schiena e che, per questo, ebbe la possibilità di partecipare alla competizione grazie ad una “medical extention” – una sorta di esenzione che gli permise di iscriversi ai primi 8 tornei del 1996 alla pari degli altri giocatori meglio posizionati nell’ordine di merito).

In particolare, Lee Westwood rovinò parzialmente la sua gara a causa di un quadruplo bogey segnato alla dodicesima buca (causa “il litigio” con un albero!) e di un doppio bogey segnato alla 18 (lì Sjoland concludeva con un bogey che lo retrocedeva al secondo posto).

La classifica finale vide così il trionfo di Jim Payne (con 275 colpi – 70-71-67-67), ventiseienne inglese vincitore nel 1994 dell’Open delle Baleari, seguito da Patrick Sjoland (con 276 colpi), quindi Lee Westwood, Jonathan Lomas e Miguel Angel Jimenez (277), Andrew Coltart (278), Eduardo Romero (autore di una grande rimonta conclusa alla diciassettesima buca a causa di una pallina tirata in acqua), Greg Turner, Paul Eales e Ronan Rafferty (279). Uscì pressoché subito di gara il leader delle prime due giornate, Gary Evans (28° alla fine, in compagnia di Sam Torrance), il quale si aggiudicò comunque il premio “Banca Popolare di Bergamo - Credito Varesino” quale migliore giocatore dopo 36 buche.

Costantino Rocca concluse la sua gara al ventesimo posto, affiancato da Emanuele Bolognesi (con 282 colpi), seguito ad un colpo da Alberto Binaghi e Emanuele Canonica. Al termine del giro si tolse il cappellino e salutò il numerosissimo pubblico, con il sorriso sulle labbra, quasi a voler scusare una prestazione al di sotto delle attese. Attorno a lui le persone, il suo popolo, per lo più a digiuno di Golf, sembrò abbracciarlo stretto stretto per consolarlo dell’amarezza di una vittoria mancata. Un'immagine molto bella, indimenticabile, che resterà per sempre negli occhi e nel cuore di tutti coloro che ebbero la fortuna di assistervi.


I tifosi

L'ultimo capitolo di questa avvincente, meravigliosa storia, l'abbiamo volutamente dedicato ai fans, numerosissimi e molto, molto calorosi. Rappresentarono certamente un elemento caratterizzante di questo Open, inedito a livello internazionale, e come tale capace di stupire gli stessi concorrenti e gli addetti ai lavori.

Già il primo giorno, arrivando all’Albenza, si potevano trovare scritte sulle strade e numerosi striscioni appesi ai balconi (tra i tanti ricordiamo “Rocca the best” oppure “Costantino the rock”), come si usava fare per i campioni del ciclismo. Un modo genuino per far sentire a casa il loro idolo bergamasco. E poi, sul campo, un vero tifo da stadio accompagnò il campione locale, esplodendo al termine del 1° giro concluso in 66 colpi. In occasione della maratona finale di trentasei buche migliaia di persone seguirono il terzetto composto da Costantino Rocca, Lee Westwood e Patrick Sjoland, con un tifo quasi calcistico in occasione dei migliori colpi del loro idolo.

Al termine della gara, purtroppo, la delusione fu grande. Come sentenziavano i latini, “nessuno è profeta in patria” e molto spesso i vantaggi derivanti dal giocare in casa, su un percorso che si conosce perfettamente, vengono annullati dal peso psicologico ed emotivo che riveste l’obbligo di non deludere i numerosi amici e compaesani che seguirono Costantino durante l’intero torneo.

Alla fine di questa storia indimenticabile, accanto al ricordo della vittoria di Jim Payne, resta l'immagine di tutte quelle persone che, con grande passione ed educazione, seppur a digiuno di Golf (almeno a questi livelli), accompagnarono festanti i protagonisti per 5 giornate, offrendo uno spettacolo mai visto prima su un campo da Golf. Questa rappresentò, probabilmente, la grande vittoria del 53° Conte of Florence Italian Open, capace di avvicinare alla gente comune questo Sport ritenuto, per tanto tempo, di elite.

E Costantino Rocca? La sua rivincita non tardò ad arrivare: qualche settimana dopo, infatti, sgravato dalla pressione psicologica di “giocare in casa”, vinse a Wentworth il Volvo PGA Championship, uno dei tornei più ricchi e prestigiosi del Tour Europeo. Una vittoria ottenuta sbaragliando campioni del calibro di Nick Faldo, Colin Montgomerie, Eduardo Romero e Ian Woosnam e che gli valse il secondo posto nell’ordine di merito continentale. La favola continua ...